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EX SEMENTIFICIO LIBERATO TDG – RIDIAMO SPAZI LIBERI ALLA CITTA’

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Siamo precari, disoccupati, operai e studenti di Torre del Greco e dell’intera area vesuviana, impegnati da anni nelle lotte per la difesa della salute, dell’ambiente e del diritto a r-esistere su questi territori difficili per antonomasia.

Subiamo da decenni infami piani politici – vedi gli ultimi ‘Jobs-act’ ed  il ‘Piano casa’ del Governo Renzi, piovuti dall’alto e dettati dalla cosiddetta TROIKA (Commissione Europea, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale) – il cui unico risultato, in nome dell’austerity, è stato l’impoverimento generalizzato delle nostre esistenze.

Complici di questo disastro sono politici locali ed aspiranti tali che, mediante l’attuazione di politiche criminali, in connubio con il malaffare, hanno distrutto questi territori, portando allo smantellamento di ospedali, all’inquinamento delle terre ed all’aumento della tassazione di acqua, luce, gas e TASI. Decidono sulla nostra pelle per poi ricordarsi di noi solo prima delle elezioni, bussando alle nostre porte per rifilarci vuote promesse, facendo leva sui classici meccanismi clientelari del voto di scambio.  

Dunque senza casa, né reddito, in un territorio devastato da discariche in ogni dove, con i servizi fondamentali praticamente inesistenti (sanità, trasporti, scuola, università) ed in totale mancanza di spazi sociali,  abbiamo deciso di autorganizzarci e reagire collettivamente alla precarizzazione dell’esistenza cui ci vogliono costringere.

 Il mezzo della lotta è la bonifica reale intesa come processo popolare di auto-organizzazione, antagonista e conflittuale, che da un lato agisce la liberazione, riappropriazione e riqualificazione di uno spazio abbandonato al degrado e all’incuria delle istituzioni locali, sottraendolo a logiche di speculazione e malaffare; dall’altro, sfrutta lo stesso spazio come centro di aggregazione e fucina di progetti culturali e politici per disinquinare le nostre vite e per produrre risposte ai bisogni e ai desideri della collettività.

Rifiutiamo ogni forma di ghettizzazione, razzismo, fascismo, sessismo e omofobia effetti diretti di un sistema economico neoliberista e capitalista fatto di sfruttamento e precarietà.

PER UN REDDITO DI BASE INCONDIZIONATO ED UNIVERSALE, PER UNA SANITA’, TRASPORTI, SCUOLA E UNIVERSITA’ GRATUITI, PER IL DIRITTO ALL’ABITARE E ALL’INSOLVENZA, CONTRO LA DEVASTAZIONE DEI TERRITORI, CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI, PER LA RIAPPROPRIAZIONE DEGLI SPAZI SOCIALI E DELLE TERRE.

ASSEMBLEA MARTEDI’ ORE 20 E SABATO ORE 17 VIA LAVATROIA 24 (EX-SEMENTIFICIO)

CSOA SEMENTIFICIO LIBERATO

 

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19A – Liberiamo Leopardi

19AGli effetti più catastrofici dell’attuale crisi economica, come sempre nella storia, si stanno ripercuotendo sui territori maggiormente depressi e depredati di paesi oramai completamente asserviti alle politiche di austerity e di precarizzazione dell’esistenza imposte direttamente dagli istituti finanziari internazionali afferenti alla cosiddetta Trojka (Banca Centrale Europea, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale). Vengono utilizzati, per raggiungere tale fine, marionette di turno calate dall’alto come Monti, Letta ed ora Renzi oltre ai lacchè delle loro stesse formazioni, come l’attuale ministro dell’economia Pier Carlo Padoan (esponente del mondo bancario ed ex dirigente del FMI), che con finte promesse, in nome di una presunta ripresa economica, continuano ad alimentare una speranza di cambiamento che nei fatti si traduce sempre più nell’assoggettamento della vita di tutti ai loro beceri interessi economici. Gli infami risultati di questo progetto criminale investono in pieno l’intero territorio vesuviano e tutti i cittadini giovani, adulti ed anziani lo avvertono chiaramente sulla propria pelle. Torre del Greco ha visto la sua economia cadere in ginocchio. La città, un tempo conosciuta nel mondo per la grandezza dei suoi artigiani e dei suoi naviganti, conosciuta come terra dei fiori e del corallo è diventata a tutti gli effetti un vero e proprio “paese dormitorio”, dove 2 giovani su 3 vivono la triste realtà della disoccupazione sottoccupazione precarizzazione o emigrazione. Nel giro di 30 anni sono stati persi per strada ben 20mila abitanti, ragazzi e ragazze fuggite dalla propria terra alla ricerca di un futuro migliore?!?, mentre chi è costretto, o ha deciso volontariamente di restare, è stretto in una morsa letale. In pochi anni abbiamo assistito al drastico ridimensionamento dell’Ospedale Maresca, la lenta agonia del settore cantieristico navale e della pesca, la bomba ecologica rappresentata dalle discariche legali ed illegali sparse sul Vesuvio (compresa la grave situazione del centro di raccolta di Leopardi), la chiusura della cassa marittima ed una assurda impennata del costo del trasporto pubblico locale (un biglietto UnicoCampania per Napoli è arrivato a costare 2,20 €, a fronte di un servizio a dir poco penoso e che termina le corse prima che tramonti il sole). Ma è soprattutto il fallimento dei due colossi armatoriali Di Maio e Deiulemar ad aver calato la mannaia definitiva sui risparmiatori torresi, interrompendo uno strano connubio che durava ormai dagli anni ’50 sino ai giorni nostri, lasciando senza il becco di un quattrino circa 13mila famiglie. A questa situazione drammatica intendiamo rispondere con le armi che ci sono proprie e che rifuggono nettamente dal vicino momento elettorale e dalle false speranze dei politici locali vecchi, nuovi o aspiranti tali (abili fantocci che speculano sulla fame della gente), proponendo pratiche conflittuali di riappropriazione di tutto ciò che ci è negato quotidianamente dal sistema capitalistico-neoliberista nel quale viviamo e nel quale vanno avanti fieramente speculatori, mafiosi, politicanti, sindacalisti ed affaristi di ogni specie. Pratiche conflittuali e collettive e non clientelari quindi, che hanno come obiettivo la riappropriazione di reddito, della gratuità dei servizi (salute, trasporti, scuola, università) dell’ambiente e della felicità nonché spazi pubblici, quindi di tutta la comunità, per usi sociali-politici-culturali, sottraendoli alla speculazione ed al malaffare che li vogliono chiusi ed abbandonati al degrado per decenni, fin quando non arriva la finanziaria di turno a tirarci su un punto scommesse o un albergo. Oppure nella peggiore ipotesi a farli crollare (come accaduto pochi mesi fa a Via Calastro con Villa Pedone), mentre nella nostra città non vi è un SOLO ASILO COMUNALE, nè un consultorio pubblico e laico, latitano i luoghi di aggregazione popolari che non siano bar e circoletti, gli artisti non hanno strutture dove potersi esprimere e le pratiche agricole seguono soltanto la scia intensiva e lontana dai bisogni di coltivatori e cittadini. E’ soltanto in questo solco che possiamo iniziare a liberarci dall’asservimento, dall’individualismo, dall’arrivismo e dall’alienazione riprendendoci a spinta il presente mediante la riappropriazione collettiva del quotidiano, di tutto ciò che è nostro, che desideriamo e pretendiamo. Lanciamo la campagna per gli spazi sociali autogestiti, iniziando

SABATO 19 APRILE
ORE 18,OO “ LIBERIAMO LEOPARDI”
GIOCOLERIA, SOCIALITA’, CENA POPOLARE E MUSICA
PARCHEGGIO DI FRONTE LA CHIESA DEL BUON CONSIGLIO
(ANGOLO VIA NAZIONALE E VIALE EUROPA)

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Liberiamoci dall’austerity – riprendiamoci la città

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GLI ABITANTI BONIFICANO, LE AMMINISTRAZIONI INQUINANO!

Il movimento difesa del territorio-area vesuviana/antifascisti vesuviani ha avviato da mesi un processo di bonifica del territorio autorganizzato dal basso in contrapposizione al sistema clientelare, di sfruttamento e di speculazione che da decenni risulta l’unico meccanismo ben oleato da tutte le forze politiche-partitiche comunali ( destra, sinistra, centro e pseudo movimenti). Il primo passo è stato quello di recuperare l’ex-stazione della circumvesuviana di piazza matteotti. Dopo le prime giornate di pulizia che hanno reso nuovamente la struttura attraversabile da tutta la popolazione, sono stati organizzati diversi momenti di socialità e di aggregazione, quindi di conflitto rispetto allo stato di cose attuali, quali: proiezione di film, laboratori artistici per bambini, cene popolari, eventi artistici e musicali, assemblee su tematiche fondamentali quali ambiente, reddito, precarietà, austerità, trasporti, istruzione e salute. A questo spiraglio di luce portato in un territorio martoriato, come quello di Boscotrecase, da discariche impiantate da un intreccio criminale fatto di stato, camorra ed imprenditoria, da una disoccupazione dilagante che costringe i giovani ad emigrare e dall’assenza totale di sevizi, l’unica risposta che gli amministratori hanno saputo dare è stata la repressione. Facinorosi in divisa, mandati dal sindaco borrelli e dai suoi picciotti, hanno sgombrato senza mezzi termini lo stabile durante una serata in cui era previsto un dibattito, con la partecipazioni di psicologhe/gi esperti, sulla delicata questione della depressione post-parto. La presenza di numerosi cittadini non ha fatto desistere i servi della polizia municipale dall’interrompere bruscamente l’evento riportando lo stabile nel buio, nel degrado e nell’abbandono da cui era stato riabilitato. La logica del “ è chiuso e proprietà privata del comune” ( cit. agente di polizia), forse in attesa di speculazione o forse mezzo di scambio di favori fra governanti e governanti camuffati da associazioni come legambiente, aggiungiamo noi, lo stabile nei fatti è stato per l’ennesima volta sottratto al legittimo uso della popolazione in nome di una legalità che non interseca assolutamente i bisogni/desideri dei cittadini ma che troppo spesso ne riduce la libertà. Questo modo di agire rimarca nel locale le politiche totalitarie, fasciste e neoliberiste adottate a livello nazionale ed internazionale che puntano all’annientamento di qualsiasi forma di dissenso e sono orientate alla sottrazione dell’esistenza mediante meccanismi di precarizzazione ed impoverimento del quotidiano e del futuro di molti a beneficio di pochi, asservendo la vita al fallimentare sistema socio economico attuale: il capitalismo. In un paese assopito, dormiente ed alienato noi non ci stiamo e puntiamo dal basso attraverso la collettivizzazione a riprenderci tutto, bonificando le nostre esistenze da chi le vuole inquinare.

La nostra bonifica andrà avanti senza mediazioni.

SPAZI, AMBIENTE E REDDITO PER TUTTI/E

 

MOVIMENTO DIFESA DEL TRRITORIO AREA VESUVIANA

ANTIFASCISTI VESUVIANI

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NO FOOD-BIOMASSE: BONIFICA O BIOFREGATURA

La soluzione delle istituzioni al dramma dell’avvelenamento dell’intero territorio campano, in particolare della tristemente nota Terra dei Fuochi, ed al persistente problema dei rifiuti è ancora una volta  all’insegna del gattopardesco cambiare tutto perché nulla cambi.

Il famigerato decreto sulla Terra dei fuochi, ormai legge,  altro non è che la riproposizione della logica emergenziale che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni ed è responsabile dell’attuale disastro. Ancora una volta commissari e nuove cabine di regia, ancora una volta militarizzazione dei territori, ancora una volta repressione solo verso l’anello più debole della catena mentre rimangono impuniti i veri responsabili del  traffico dei rifiuti tossici e non. Eccezionale è persino la misura inerente il drammatico tema della salute:  25 milioni per effettuare uno screening sanitario una tantum e solo per  una parte dei cittadini residenti in aree avvelenate . Una vera presa in giro per una popolazione condannata  a morte dall’aumento esponenziale delle gravi patologie tumorali  e da un sistema sanitario reso sempre più inaccessibile dai tagli imposti alla sanità e dal costo sempre più alto per gli utenti.

Altrettanto dicasi della mappatura dei terreni inquinati e della bonifica che, a dire del governo, troverebbero in questa legge il primo importante avvio. In realtà, per la prima come per la seconda, siamo di fronte ad un dispositivo insufficiente. Sebbene i mass media stiano dando ampio spazio alle “eclatanti” scoperte di interramenti di rifiuti tossici, alle operazioni di scavo, all’uso dei droni,  la mappatura dei terreni è prevista solo per una parte del territorio campano, quello  agricolo, e per di più di un’area già attenzionata da precedenti rilievi o la cui devastazione era già nota sia per le denunce dei comitati sia per le passate (ed opportunamente archiviate) dichiarazioni di pentiti di camorra e/o indagini della magistratura.  Quanto alla bonifica siamo di fronte alla sola enunciazione.  I risibili stanziamenti – un  centinaio di milioni contro una stima di svariati miliardi di euro – sono la conferma che quella che si vuole avviare è una operazione  superficiale e di facciata. Più che la bonifica la legge sancisce un pesante intervento sulle dinamiche ambientali  prevedendo un cambiamento di destinazione d’uso di parte dei  terreni a vocazione agricola con l’introduzione della coltivazione di piantagioni no food. Tutto questo, tra l’altro, senza individuare alcun tipo di sostegno al reddito per gli agricoltori incolpevoli costretti a rinunciare alla loro attività.

La giusta preoccupazione dei cittadini sulla qualità dei prodotti che arrivano sulle proprie tavole, la necessità di salvaguardare un comparto così importante e di pregio come l’agricoltura campana, vengono cinicamente piegate agli interessi delle lobbies di sempre.

Il no food, infatti,  presentato come la migliore e più sicura tecnica di bonifica, se da una lato altro non è che il risibile assorbimento di inquinanti in qualche decina di centimetri di terreno, dall’ altro ha il grandissimo ruolo di avviare ed alimentare negli anni a venire il lucroso affare delle biomasse.

La strumentalizzazione della paura e della rabbia delle popolazioni , di fatto,  sta permettendo alle istituzioni di concretizzare i progetti in tema di produzione di energia da biomasse e biogas in cantiere da anni ma mai decollati come necessario.

La Regione, infatti, in coerenza con le strategie delineate a livello comunitario e nazionale, ha posto in essere più di un provvedimento per: 1) incentivare gli impianti per la produzione di energia termica e/o elettrica alimentati da biomasse 2) favorire lo sviluppo di colture bioenergetiche e potenziare sia lo smaltimento e la  valorizzazione agro energetica degli scarti agro forestali, agroindustriali e del comparto zootecnico regionale sia lo smaltimento ed il recupero energetico dei rifiuti:

–          Piano di Azione per lo Sviluppo Economico Regionale (PASER 2006)

–          Delibera regionale 76 del 18 gennaio 2008 modificata (introduzione del no food)

–          Piano Territoriale regionale PTR Legge regionale n. 13 del 13 ottobre 2008

–          Piano Energetico Ambientale della Regione Campania (PEAR)  del  2009 (che, tra l’altro, introduce la semplificazione delle procedure amministrative per autorizzare gli impianti a biocombustibili gassosi fino a 3 MWt, gli impianti a biocombustibili solidi fino a 1 MWe e quelli a biocombustibili liquidi fino a 5 MWe)

–          Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 (PSR) 2010

–          Linee di indirizzo strategiche dell’Area Agricoltura per le Agroenergie ( marzo 2010)

–          Piano Forestale Generale 2009-2013 gennaio 2010

Soprattutto, proprio  l’Assessorato regionale all’Agricoltura, ha avviato più di un’attività di sperimentazione e ricerca sulla coltivazione e l’impiego di fonti agroenergetiche:

  • Progetto sulla Produzione di biomasse da energia in Irpinia a cura del  Dipartimento di Ingegneria Agraria ed Agronomia del Territorio – Università degli Studi di Napoli “Federico II”
  • Progetto interregionale RAMSES dal titolo “Risorse Agro-forestali-energetiche per il Mezzogiorno e lo Sviluppo Economico Sostenibile” in attuazione del PROBIO-Programma Nazionale Biocombustibili
  • Progetto relativo alla Produzione e stoccaggio di biomasse legnose derivanti da cedui a turno breve, a cura del Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia vegetale. Università degli Studi di Napoli ”Federico II”
  • Progetto per lo Sviluppo di filiere agroenergetiche nella Regione Campania (2008-09), a cura del CRAA
  • Progetto Life Ecoremed  “ Sviluppo di protocolli eco-compatibili per la bonifica dei suoli inquinati nel SIN Litorale Domizio-Agro Aversano” a cura del CIRAM (Centro interdipartimentale di ricerca ambiente dell’Università Federico II

Ciò nonostante si è concretizzato ben poco; quello dell’energia da biomassa/biogas su larga scala, qui in Campania, non è riuscito finora a competere  con il più remunerativo, oleato  ed incentivato ciclo dei rifiuti, dallo smaltimento al recupero energetico.

Non si poteva, dunque, sprecare l’allarme e la rivendicazione di una necessaria bonifica per rimetterci mano e rilanciare quei progetti soprattutto alla luce della cresciuta remuneratività di questi impianti. A rendere oggi ancora più interessanti le colture bioenergetiche è stato in particolare il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico/ Ministero dell’ambiente, del 6 luglio 2012, che ha avviato una nuova fase di incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate, rendendo proprio gli impianti alimentati da biomasse, biogas, bioliquidi, frazione biodegradabile ed un ampio  spettro di rifiuti, la fonte di nuovi profitti, in Campania come altrove.

Gli impianti a biomasse già operanti in Campania (sia impianti bruciatori/inceneritori  o digestori in anaerobiosi di biomassa) e l’elevato numero di essi approvati o in via di autorizzazione,  saranno destinati a trattare la biomassa derivante dalla coltivazione di colture no food di ettari ed ettari di suolo, insieme alla combustione di insilati, oli, ecc. da importazione ed allo smaltimento di fanghi da depurazione, rifiuti industriali, pneumatici ed altre porcherie.

I  danni alla salute umana ed all’ ambiente causati da questa tipologia di impianti sono provati da un’ampia mole di dati raccolti da una diffusa letteratura scientifica: emissioni inquinanti di particolato (PM di diverse dimensioni), ossidi di azoto (NOx), biossidi di zolfo (SO2), diossine/furani, gas acidi, metalli tossici come arsenico, cromo e mercurio oltre a ossido ci carbonio (CO) e CO2; impatti patologici sensibili a carico delle vie respiratorie, cuore, tiroide, neurotossicità , ecc.; altri veleni dovuti alle frazioni residue dei trattamenti come nel caso del  digestato  derivante dagli impianti anaerobici, che dovranno essere a loro volta smaltiti come rifiuti speciali e con l’incombente rischio di vederli spacciati come compost di qualità e, come tali, sparsi sui nostri terreni.

Riteniamo per tanto urgente porre all’ attenzione di quanti, comitati, associazioni, reti e movimenti  che in questi anni si sono mobilitati contro le devastazioni ambientali con le lotte contro discariche ed inceneritori,  momenti di approfondimento e di discussione sulla grande truffa delle biomasse.

Ciò anche nell’intenzione di inquadrare l’argomento nel discorso più complessivo sia del ciclo dei rifiuti e del recupero totale della materia, contro il recupero energetico, sia del modello di produzione vigente e della cosiddetta green economy nell’ambito della quale la tendenza ad indirizzare flussi di capitale verso l’industria delle biomasse (produzioni di energia, biomateriali, biocombustibili) sta influendo pesantemente sull’assetto delle produzioni agricole in tutto il mondo piegando alla speculazione ed al profitto le necessità alimentari  di intere popolazioni.

Per ascoltare le risposte alle tante domande invitiamo tutti all’incontro/dibattito che si terrà

Sabato 29 marzo alle ore 10,00 presso l’ex Asilo Filangieri  Vico Giuseppe Maffei, 4 – Napoli

 

Introduce: Rete campana salute e ambiente

Relatore: dr. Mauro Mocci  (*)

Videoconferenza: dr. Stefano Montanari

Interviene: Padre Alex Zanotelli

RETE CAMPANA SALUTE E AMBIENTE

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Noi apriamo spazi abbandonati al degrado, le amministrazioni li richiudono.

Ieri, martedì 18 aprile, mentre si svolgeva un incontro sulla delicata tematica della depressione post partum alla Stazione Liberata,un gruppo di facinorosi appartenenti alla polizia municipale ha invaso lo spazio 1604432_382678415205561_252996349_ninvitando i presenti -tra i quali medici e psicologi/ghe intervenuti all’assemblea- a sgomberare, interrompendo bruscamente la proiezione del documentario che stava per cominciare.

Questi servi dell’amministrazione Borrelli con divisa e paletta non hanno voluto sentire spiegazioni; a chiara voce hanno ribadito che quello spazio non è della collettività, pur essendo uno spazio pubblico, ma appartiene al padrone, ovvero il comune; appunto per questo i cittadini non hanno il diritto neppure di attraversarlo perché quello è uno spazio “CHIUSO e PRIVATO” (citando testualmente)!

Noi, come antifascisti vesuviani, ricordiamo all’amministrazione che la stazione ha versato in una condizione di completo degrado ed abbandono per anni e che il vero problema di colei che ha trasformato Boscotrecase in un dormitorio – la sindachessa- è l’aggregazione. E’ oramai lapalissiano : laddove ci sono collettivi politici o singoli che, assieme ai cittadini, ragionano -lontani dalle becere politiche di partito – lì arriva la lunga mano dell’ intimidazione e della repressione del dissenso. Questi sindaci credono di poter agire indisturbati; fatto sta che se il paese è silente – e per certi versi sottostà piegando la testa ai diktat che provengono dall’alto – c’è ancora qualcuno che la testa non VUOLE ABBASSARLA.
La stazione è uno spazio pubblico ed appartiene alla popolazione; fuori i vigili dai coglioni/ovaie!
ANTIFASCISTI VESUVIANI
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CINEFORUM ALLA STAZIONE LIBERATA v2.0 – Martedì 18 Marzo 2014 – Tutto Parla di Te di Alina Marazzi

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CINEFORUM ALLA STAZIONE LIBERATA. Lunedì 10 marzo 2014 THE SUMMIT di Franco Fracassi e Massimo Lauria

lunedì 10 marzo 2014,

Dopo aver liberato l’ex stazione della circumvesuviana di Boscotrecase dal degrado e dall’incuria dell’amministrazione locale, partono le iniziative sociali per restituire lo spazio alla cittadinanza e farne dunque un luogo di aggregazione vivibile ed accessibile a tutti/e. Attraverso una programmazione cinematografica affronteremo varie tematiche, a partire dalla repressione delle lotte sociali che colpisce tutte le soggettività che si oppongono alle attuali politiche basate su sacrifici, austerity, precarietà, sfruttamento e distruzione del territorio e dell’esistenza.

The Summit, diretto da Franco Fracassi e Massimo Lauria Film-documentario che getta luce, a circa 10 anni di distanza, su molte zone d’ombra del G8 di Genova. Racconta quegli indimenticabili giorni dal 19 al 21 luglio 2001, i meccanismi che hanno portato alla violenza disumana delle forze dell’ordine, gli interessi politici intorno al G8 ecc…

A seguire dibattito sulla tematica “ILLEGALITÁ VS LEGITTIMITÁ, PRATICHE DI CONFLITTO CONTRO UN MODELLO DI SVILUPPO IN CRISI” in vista della 2 giorni nazionale del 14 e 15 marzo a Roma.

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