Gli effetti più catastrofici dell’attuale crisi economica, come sempre nella storia, si stanno ripercuotendo sui territori maggiormente depressi e depredati di paesi oramai completamente asserviti alle politiche di austerity e di precarizzazione dell’esistenza imposte direttamente dagli istituti finanziari internazionali afferenti alla cosiddetta Trojka (Banca Centrale Europea, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale). Vengono utilizzati, per raggiungere tale fine, marionette di turno calate dall’alto come Monti, Letta ed ora Renzi oltre ai lacchè delle loro stesse formazioni, come l’attuale ministro dell’economia Pier Carlo Padoan (esponente del mondo bancario ed ex dirigente del FMI), che con finte promesse, in nome di una presunta ripresa economica, continuano ad alimentare una speranza di cambiamento che nei fatti si traduce sempre più nell’assoggettamento della vita di tutti ai loro beceri interessi economici. Gli infami risultati di questo progetto criminale investono in pieno l’intero territorio vesuviano e tutti i cittadini giovani, adulti ed anziani lo avvertono chiaramente sulla propria pelle. Torre del Greco ha visto la sua economia cadere in ginocchio. La città, un tempo conosciuta nel mondo per la grandezza dei suoi artigiani e dei suoi naviganti, conosciuta come terra dei fiori e del corallo è diventata a tutti gli effetti un vero e proprio “paese dormitorio”, dove 2 giovani su 3 vivono la triste realtà della disoccupazione sottoccupazione precarizzazione o emigrazione. Nel giro di 30 anni sono stati persi per strada ben 20mila abitanti, ragazzi e ragazze fuggite dalla propria terra alla ricerca di un futuro migliore?!?, mentre chi è costretto, o ha deciso volontariamente di restare, è stretto in una morsa letale. In pochi anni abbiamo assistito al drastico ridimensionamento dell’Ospedale Maresca, la lenta agonia del settore cantieristico navale e della pesca, la bomba ecologica rappresentata dalle discariche legali ed illegali sparse sul Vesuvio (compresa la grave situazione del centro di raccolta di Leopardi), la chiusura della cassa marittima ed una assurda impennata del costo del trasporto pubblico locale (un biglietto UnicoCampania per Napoli è arrivato a costare 2,20 €, a fronte di un servizio a dir poco penoso e che termina le corse prima che tramonti il sole). Ma è soprattutto il fallimento dei due colossi armatoriali Di Maio e Deiulemar ad aver calato la mannaia definitiva sui risparmiatori torresi, interrompendo uno strano connubio che durava ormai dagli anni ’50 sino ai giorni nostri, lasciando senza il becco di un quattrino circa 13mila famiglie. A questa situazione drammatica intendiamo rispondere con le armi che ci sono proprie e che rifuggono nettamente dal vicino momento elettorale e dalle false speranze dei politici locali vecchi, nuovi o aspiranti tali (abili fantocci che speculano sulla fame della gente), proponendo pratiche conflittuali di riappropriazione di tutto ciò che ci è negato quotidianamente dal sistema capitalistico-neoliberista nel quale viviamo e nel quale vanno avanti fieramente speculatori, mafiosi, politicanti, sindacalisti ed affaristi di ogni specie. Pratiche conflittuali e collettive e non clientelari quindi, che hanno come obiettivo la riappropriazione di reddito, della gratuità dei servizi (salute, trasporti, scuola, università) dell’ambiente e della felicità nonché spazi pubblici, quindi di tutta la comunità, per usi sociali-politici-culturali, sottraendoli alla speculazione ed al malaffare che li vogliono chiusi ed abbandonati al degrado per decenni, fin quando non arriva la finanziaria di turno a tirarci su un punto scommesse o un albergo. Oppure nella peggiore ipotesi a farli crollare (come accaduto pochi mesi fa a Via Calastro con Villa Pedone), mentre nella nostra città non vi è un SOLO ASILO COMUNALE, nè un consultorio pubblico e laico, latitano i luoghi di aggregazione popolari che non siano bar e circoletti, gli artisti non hanno strutture dove potersi esprimere e le pratiche agricole seguono soltanto la scia intensiva e lontana dai bisogni di coltivatori e cittadini. E’ soltanto in questo solco che possiamo iniziare a liberarci dall’asservimento, dall’individualismo, dall’arrivismo e dall’alienazione riprendendoci a spinta il presente mediante la riappropriazione collettiva del quotidiano, di tutto ciò che è nostro, che desideriamo e pretendiamo. Lanciamo la campagna per gli spazi sociali autogestiti, iniziando
SABATO 19 APRILE
ORE 18,OO “ LIBERIAMO LEOPARDI”
GIOCOLERIA, SOCIALITA’, CENA POPOLARE E MUSICA
PARCHEGGIO DI FRONTE LA CHIESA DEL BUON CONSIGLIO
(ANGOLO VIA NAZIONALE E VIALE EUROPA)