Oggi 20 marzo 2013, lo spazio occupato Asilo 45 (liberato nove mesi fa) è tornato per qualche ora nelle mani criminali delle istituzioni. Il commissario pro-tempore Capomacchia, utilizzando l’ordinanza di sgombero partorita dall’ ex sindaco fascista Gennaro Langella, con un atto ‘stranamente tempestivo’ ha chiuso la struttura saldandola. Questa grave provocazione è servita solo ad ostacolare, rallentandolo, lo sforzo di attivisti ed abitanti che autonomamente hanno recuperato uno stabile di proprietà pubblica da anni abbandonato e lasciato marcire come discarica abusiva. Lo spazio in questione è situato in un’area suburbana caratterizzata da inquinamento, disoccupazione, emarginazione, assenza totale di servizi alla persona, assenza di trasporti pubblici, negazione del diritto all’abitare, povertà (vedi ultimi dati del CENSIS sul sud), emigrazione.
Questo atto repressivo che bene si lega con la fervida attività che in questa fase colpisce, sull’intero territorio nazionale e non solo, chi rivendica spazi e diritti in tempo di crisi permanente del sistema capitalistico non ha tenuto conto dell’opera di riqualificazione che dalla struttura è partita per espandersi a tutto il quartiere. Chiudere uno spazio liberato, in un territorio degradato come il nostro, significa condannare nuovamente la piazza alla morte stroncando vigliaccamente tutte quelle energie indirizzate a sperimentare collettivamente un agire contro la precarizzazione del quotidiano conseguenza diretta di politiche di austerity, economica e sociale, calate dall’alto.
Un agire fatto di impegno ed autodeterminazione da parte di chi ha attraversato il centro sociale in questi mesi, dove si sono raggiunti risultati notevoli sul piano umano e della progettualità: un doposcuola sociale, una palestra popolare gratuita, una cucina sociale, cinema, presentazione di libri, attività teatrali, assemblee politiche sulle tematiche della crisi economica e ambientale, controinformazione, una radio libera.
La politica degli ‘affari’, nonostante tutto, si ostina a non mollare la presa. Dopo avere disvelato il proprio volto criminogeno durante la lotta antidiscarica che ha visto la popolazione locale ribellarsi alla militarizzazione del territorio per resistere ad un avvelenamento generalizzato, continua nell’azione re/de/pressiva soffocando le pratiche di liberazione che quel Movimento è riuscito a trasferire nell’azione di riappropriazione di una struttura dismessa.
Asilo 45 (occupato, autorganizzato e autogestito) per noi, prima ancora che un luogo fisico da riempire di contenuti, è la critica radicale in atto al circuito astratto della rappresentanza; è la resistenza a tutte le azioni autoritarie; è un presidio antifascista. Non ci lasciamo quindi intimidire dall’ennesimo atto di forza volto a ristabilire asfittici e pretestuosi ambiti ‘legalitari’ con conseguenti ed oziose dispute sul diritto di proprietà. Più di ieri, oggi la proprietà (privata o mista pubblico-privato) è un furto.
Se è vero, come noi crediamo, che ad ogni sgombero si risponde con una nuova occupazione, questa volta ci siamo superati in velocità e lo spazio ce lo siamo già ripreso. No pasaran!
ASSEMBLEA PUBBLICA
VENERDI 22 MARZO ORE 19.00
PIAZZA VARGAS, BOSCOREALE (Napoli)
UNIAMO LE LOTTE PRODUCIAMO CONFLITTO LIBERIAMO SPAZI AUTORGANIZZIAMO LE NOSTRE ESISTENZE
REDDITO DI BASE INCONDIZIONATO PER TUTTE/I RIDUZIONE DELLA GIORNATA LAVORATIVA SOCIALE
csoa Asilo 45