CaroVan PeTrol

VERSO LA COSTRUZIONE DI UN MOVIMENTO NAZIONALE
Unire i comitati sparsi per l’Italia non per unire debolezze ma per moltiplicare le energie, superare il livello regionale spostando la battaglia sul piano nazionale. Crediamo sia chiaro a tutti che nonostante il moltiplicarsi delle lotte contro decisioni e piani regionali, l’unico modo per fare un salto di qualità e non restare legati ad un campo vertenziale sia articolare un intervento politico di più ampio respiro che faccia incontrare in una manifestazione nazionale le realtà che oggi si battono per resistere alla crisi, quella sì generalizzata, del sistema capitalistico.

-contro il grande business della gestione dei rifiuti
– contro discariche ed inceneritori
– contro la costruzione di grandi opere, contro la devastazione dei territori e della salute dei cittadini
– per una gestione dei rifiuti alternativa, compatibile sul piano ambientale e sociale, finalizzata al riciclo e recupero totale della materia

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La P.I.R.A.T.A. per il MEssico

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ContRo La Repressione! Sosteniamo le spese legali Dei/lle compagni/e

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30 novembre 2012,ore 22,30 __COntro La Repressione!

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Asilo45 non si tocca! Assemblea pubblica martedì 6 novembre ore 20.00

Gli spazio sono di chi li vive!

L’intero territorio vesuviano è, oramai da decenni, martorizzato da scelte scellerate derivanti dal connubio criminale-clientelare-affaristico esistente tra politica,camorra ed imprenditoria. Questo stato di cose ha portato, nel corso del tempo, alla devastazione sia da un punto di vista ambientale (es. discarica Cava SARI ed altre migliaia di discariche abusive ), sia in termini di mancanza di servizi (non ultima la questione trasporti con i pullman dell’ EAVbus che hanno, di fatto, sospeso il servizio appiedando parte della popolazione di questi paesi) ma anche da un punto di vista occupazionale, favorendo sempre più il lavoro legato alle clientele (es. assunzioni nella società che gestisce l’acqua non -pubblica ossia la GORI) ed il lavoro nero. In questo scenario, già di per sè disastroso, ecco che a Boscoreale arriva dal cielo il “salvatore”, ovvero il commissario straordinario Michele Capomacchia -già prefetto e questore- il quale di tutta lena, promuovendo atttività di facciata che dovrebbero rientrare negli abituali servizi offerti alla cittadinanza, nei fatti porta avanti una politica di sprechi e repressione: dalla istallazione di videocamere (soldi che sarebbero potuti essere destinati a politiche atte al reale miglioramento di questi paesi abbandonati sempre più al degrado), alla messa in opera di un piano ideato dal vecchio sindaco Gennarino Langella riguardante l’ampliamento e messa in sicurezza dell’isola ecologica, se così si può definire, non considerando che la raccolta differenziata è palesemente “FINTA” senza coinvolgere nessuno dei tanti precari, disoccupati, inoccupati che sono presenti sul territorio boschese. Il degrado dilagante ed il desiderio di costruire qualcosa per la collettività hanno spinto un gruppo di cittadini sganciati da ogni partito ed associazione – e forse per questo identificati come “pericolosi”- a liberare uno spazio pubblico (QUINDI APPARTENENTE A TUTTI) abbandonato, fino ad allora adibito a discarica a cielo aperto nel bel mezzo della città, simbolo del degrado sociale e culturale che “anima” questi territori “morti”. Con mezzi propri ed autonomi e con l’aiuto del quartieri tutto, l’ex asilo è stato bonificato dal lerciume (siringhe e merda abbondavano all’interno della struttura nella quale i bambini giocavano e nella quale viveva un clochard,sommerso dai rifiuti) e rivitalizzato dalla partecipazione. Nel giro di quattro mesi, senza risorse economiche,sono stati organizzati mercatini, proiezioni cinematografiche, sagre, corsi di elettrotecnica, corsi di autoproduzione ed auto reddito, assemblee pubbliche su temi quali ambiente/lavoro/salute, uno screening per le patologie tumorali in piazza Pace, dibattiti, musica, una web radio, una cucina popolare, uno spazio giochi per i bambini del quartiere ed attività per gli anziani. Insomma, ci pare di aver fatto più di quanto le amministrazioni locali non abbiano mai fatto in decenni e ci chiediamo perché prima questo posto marcescente non interessasse a nessuno mentre ora sembra essere agognato da tutti,a tal punto che, Langella prima ed il commissario ora, stanno facendo il possibile per SERRARE un luogo PUBBLICO. Tre ordinanze di sgombero, identificazioni, incursioni di polizia e carabinieri e, per finire, il commissario, rifacendosi alla peggiore azione politica mai conosciuta,ovvero reprimere cercando di addomesticare l’unica realtà autonoma presente sul territorio, ha ben pensato di staccare la corrente elettrica. Pensa che così riuscirà a mandarci a casa? E’ difficile prendere atto del fatto che dei semplici cittadini si occupino del proprio paese più delle istituzioni di turno messe lì da camorra o da “oscuri” connubi tra partiti oramai completamente autoreferenziali?
L’asilo 45 rivuole la corrente e ribadisce che non saranno le intimidazioni a fermare il percorso di chi ha scelto di vivere e lottare per il proprio territorio.

ASSEMBLEA PUBBLICA MARTEDi’ 6 NOVEMBRE
ore 20.00 piazza vargas, Boscoreale
A seguire cena popolare, con un piatto caldo e vino per tutti/e

c.s.o.a. asilo 45

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SHAKE YOUR BODY- Tony Borlotti dj set- giovedì 25 ottobre ore 21.00

La musica beat (dal verbo inglese to beat, battere) è un genere musicale di musica pop che si è sviluppato in Inghilterra all’inizio degli anni sessanta, dopo la moda dello skiffle (nato verso la metà degli anni cinquanta del XX secolo), nei molti locali attivi neidocks portuali di Liverpool, insieme a elementi del rock and roll e del blues.[1]
Ci si riferisce in particolare col termine Merseybeat (o Mersey sound) al genere proprio dei primi gruppi beat di Liverpool (dal nome della Mersey, il fiume che attraversa la città).
Presto diffuso fra i giovani dell’epoca, il beat contagiò molti gruppi musicali nel resto d’Europa, specialmente nel nord. Il beat si diffuse poi anche negli Stati Uniti grazie alla cosiddetta British invasion (letteralmente invasione britannica); anche in Italia il beat ebbe molto successo, in particolare con cover tradotte di canzoni inglesi. Fra i molti complessi che contribuirono a creare la musica beat, quello che ha avuto maggiore fama è stato quello dei Beatles, specialmente nei loro primi dischi, come per esempio l’album Please Please Me (1963). In Italia il beat inizia a diffondersi nel 1964, grazie ad alcuni complessi come i Rokes che dall’Inghilterra si trasferiscono a suonare in Italia e, soprattutto, al successo dei Beatles, dei Rolling Stones e degli altri gruppi britannici: il risultato è che si diffondono in tutta la penisola complessini di giovani che iniziano a suonare, e molte case discografiche li mettono sotto contratto, puntando sul loro successo: già nel 1964 debutta l’Equipe 84, che diventa una delle punte di diamante del beat italiano.
Tra il 1965 e il 1966 il beat italiano diventa il genere dominante nelle classifiche di vendita e nei programmi televisivi, sia per l’arrivo di nuovi gruppi d’oltremanica (The Primitives, i Motowns, i Renegades, i Sorrows, i Cyan Three, i Bad boys) che per i nuovi gruppi che arrivano alla sala d’incisione, come i milanesi Dik Dik, I Giganti e i Camaleonti, i torinesi I Ragazzi del Sole, gli emiliani Nomadi, Pooh, I Corvi, i padovani I Delfini e I ragazzi dai capelli verdi; vi è inoltre anche una nuova generazione di cantanti solisti (soprattutto donne), come Nancy Cuomo, Caterina Caselli, Patty Pravo, e Roby Crispiano, che arrivano al successo in quel periodo.
Entrano quindi ai primi posti delle classifiche canzoni come Io ho in mente te e Bang Bang dell’Equipe 84, Sognando la California dei Dik Dik, Ragazzo triste di Patty Pravo,Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli, e molte altre.
Anche gruppi attivi addirittura dagli anni cinquanta, come i Campanino o I Ribelli, si adeguano alle nuove sonorità.

DJ SET WITH TONY BORLOTTI…..

SERATA BENEFIT – ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA CI SARANNO BIRRE E CIBO

CON O SENZA LUCE LA MUSICA VA AVANTI!!!!
INVITIAMO TUTTI/E A PARTECIPARE ALL’EVENTO….

csoa Asilo 45

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|||FLyFLoW|@|ASILO45||| DJ-Set

Si scende in piazza a ballare…Un delirio HIP HOP per sostenere la causa di Asilo45…
From PFR SKATEPARK


IN CONSOLE:

|||FLyFLoW|||

OPENING:

|||Angelo MiLeS|||

parte del ricavato servirà ad ultimare i lavori per la creazione di una sala corpo- palestra polare all’interno dello spazio Asilo 45!!!

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PER UN REDDITO DI R-ESISTENZA

La vicenda dell’ILVA di Taranto, uno degli ultimi grandi impianti siderurgici rimasti sul nostro territorio che, in nome dell’industrializzazione a tutti i costi e della tutela del lavoro, ha avvelenato per decenni le vite dei tarantini, ha posto nuovamente sul tavolo l’irrisolta questione REDDITO/AMBIENTE/LAVORO e del RICATTO OCCUPAZIONALE che vi è sotteso. Se nella sua accezione ottocentesca il termine “lavoro” prevedeva una creazione di valore (con tutte le contraddizioni connesse), a Taranto ha assunto un volto ben diverso, imponendosi come moltiplicatore di TUMORI per gli abitanti del Rione Tamburi e di tutta la costa ionica, nonostante le rassicurazioni di padron Riva e sindacati di regime che, ancora oggi, pur di scongiurare la chiusura del “mostro ILVA” continuano a speculare indecorosamente sulla pelle di operari e cittadini. Ma da Taranto è partita anche un’importante rottura, quella di una parte della città che lo scorso 2 agosto ha fatto irruzione alla fiera della retorica sindacale, interrompendo FINALMENTE decenni di slogan, banalità e connivenze di parti sociali e padronato, richiedendo semplicemente OCCUPAZIONE-SALUTE-REDDITO-AMBIENTE. Ma certo la vicenda tarantina è solo la punta dell’iceberg di un sistema capitalista che tenta di rinnovarsi attraverso la delocalizzazione della produzione fuori paese, attraverso la repressione, attraverso i licenziamenti in tronco fatti consensualmente coi sindacati, attraverso l’estensione del cosiddetto lavoro immateriale e della flessibilità. La vicenda della Fiat Pomigliano ne è la conferma, così come le vertenze Iribus, Alcoa,Sulcis, Fincantieri,Operatori sociali. Per voler ricondurre la questione a livello regionale o locale, i nostri territori di provincia, vessati simultaneamente da camorra/imprenditoria/politiche clientelari, sono territori di “sperimentazione” nei quali disoccupazione, inquinamento, mancanza di servizi sono  percepibili da chi è costretto a subire questo stato di cose quotidianamente. Gli sprechi economici si palesano ovunque; tema caldissimo degli ultimi mesi, dopo la chiusura dei cava Sari  a Terzigno, è quello delle bonifiche ,da affidare alle solite ditte del nord (Ecodeco/A2A) che hanno sventrato una regione sversando veleni e costruendo cave ed inceneritori in ogni dove,  della costruzione di impianti biogas altamente impattati, dei lavori di sistemazione del centro di raccolta differenziata di Boscoreale  (duecentocinquemila euro spesi) o delle ingenti compensazioni ambientali delle quali più nulla si è saputo.  Ritenendo che questa sia una situazione paradossale che porterebbe ricchezza ( soldi che appartengono a noi!!!) nelle mani delle solite lobbies e dei soliti politicanti, che per anni hanno drenato risorse distruggendo le nostre terre e  sottraendole ai contadini, crediamo che ci sia l’estrema necessità di inserirci in questi meccanismi  non certo per assecondarli, ma per portare avanti una ben precisa proposta di REDDITO. I disoccupati ed i precari, nell’area vesuviana, abbondano, ed un caso emblematico è rappresentato dai lavoratori del settore marittimo di Torre del Greco(in meno di due anni sono falliti due colossi del settore come la DiMaio lines e soprattutto la Deiulemar); la mancanza della benché minima rete di protezione sta relegando una fetta importante della popolazione  in condizioni di preoccupante marginalità sociale costringendo al sommerso o alle attività illegali. L’emigrazione spopola quartieri; la maggior parte dei giovani va a cercare forzatamente lavoro al nord oppure all’estero e quando, nonostante le enormi difficoltà,si decide di rimanere l’unica alternativa è il lavoro nero, rischioso e mal pagato. La marginalità sociale sussume anche i numerosi migranti, venuti da paesi vessati da guerre e militarizzazioni attraversando  un Mediterraneo oramai lago di sangue, vittime del caporalato o di galere costruite ad hoc (C.I.E.).Facendo appello a tutte le individualità “ ai margini”- escluse dalla riorganizzazione degli assetti produttivi capitalistici in atto- attraverso la formazione di un movimento di lotta dell’area vesuviana , chiederemo di riprenderci quello che ci è stato tolto e di gestire autonomamente e dal basso,completamente sganciati da logiche clientelari,  il nostro territorio. Inoltre, crediamo che sia impellente, oggi più che mai, reclamare e pretendere un REDDITO DI BASE INCONDIZIONATO UNIVERSALE, completamente sganciato dal lavoro – quindi da elargire indipendentemente dall’iscrizione ad un centro per l’impiego – che vada a sostenere chiunque non riesce  ad arrivare a fine mese. La richiesta che avanziamo si distacca decisamente dalla richiesta di reddito minimo avanzata dai  principali partiti politici del paese; crediamo che una richiesta di reddito d’esistenza debba   favorire un reale affrancamento dal lavoro, ed essere distribuito a tutti/e:precari,disoccupati, studenti, casalinghe, migranti, contadini,pensionati. Un reddito, insomma, che vada a contrastare la miseria aggredendo direttamente i profitti di chi ci governa, che costituisca un terreno di conflitto attraverso una campagna di riappropriazione di terreni agricoli, di case, di cibo, di servizi (trasporti, sanità,scuola), perché oggi ci è impossibile pagare un affitto, ci è impossibile andare all’università a causa delle tasse troppo alte, ci è impossibile usufruire della sanità pubblica,ci è impossibile mangiare, ci è impossibile campare!

PER IL DIRITTO ALL’INSOLVENZA, PER UN REDDITO  DI BASE INCONDIZIONATO UNIVERSALE, PER LA NASCITA DI UN MOVIMENTO DISOCCUPATI DELL’AREA VESUVIANA, PER IL DIRITTO AD UN ESISTENZA LIBERA DAL RICATTO DEI PADRONI

 

ASSEMBLEA PUBBLICA

PER UN REDDITO DI BASE INCONDIZIONATO UNIVERSALE

27-09-2012 ore 20.00

Piazza VARGAS, BOSCOREALE (NAPOLI)

 

Non delegare, lotta!

C.S.O.A. Asilo45

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